Info utili sulla procedura di calcolo del risarcimento del danno non patrimoniale e su come vengono utilizzate le Tabelle del Tribunale di Milano.

Il risarcimento del danno biologico e non patrimoniale è un tema delicato e complesso che riguarda la tutela dei diritti della persona.
Una lesione personale, infatti, può avere conseguenze anche a lungo termine sulla vita della vittima e dei suoi familiari, comportando un danno sia patrimoniale che non patrimoniale.

Le tabelle di Milano rappresentano uno strumento di valutazione dei danni biologici e non patrimoniali per stabilire l’entità del risarcimento da corrispondere alla vittima di un evento dannoso.

Ma cosa sono precisamente queste tabelle e come funzionano? E quando si applicano? In questo articolo, cercheremo di rispondere a queste domande e di fornire informazioni utili sul calcolo dei danni biologici e non patrimoniali (leggi qui per saperne di più sui danni non patrimoniali).

Tabelle del Tribunale di Milano - Risarcimento danni per malasanità e negligenza medica

Definizione delle Tabelle del Tribunale di Milano e come vengono utilizzate

Le tabelle di Milano sono uno strumento giuridico che consente di quantificare il danno biologico permanente e temporaneo e il danno non patrimoniale in caso di lesioni personali. Esse rappresentano un punto di riferimento per i giudici che devono valutare l’entità del danno subito dalla vittima e determinare il risarcimento dovuto.

Le tabelle di Milano prendono il nome dalla città in cui sono state redatte per la prima volta e sono state poi adottate in molte altre città italiane.

Esse sono composte da una serie di voci che descrivono le diverse lesioni personali e l’entità del danno subito, espressa in punti.
In base alla gravità della lesione e alla sua durata, viene stabilito un punteggio che rappresenta l’entità del danno subito. Il punteggio viene poi convertito in un valore monetario, che costituisce il risarcimento dovuto alla vittima.
Le tabelle milanesi sono state suddivise in diverse sezioni in base alla natura della lesione (danno biologico permanente, temporaneo e danno non patrimoniale) e alla sua entità.

Il calcolo del risarcimento per il danno biologico tiene conto di diverse variabili, tra cui:

  • Le tabelle specifiche per il danno biologico macropermanente, che considerano le conseguenze a lungo termine delle lesioni personali;
  • Le tabelle micropermanenti, che valutano il danno subito da lesioni personali di entità minore;
  • La personalizzazione del danno, che consente di considerare le specifiche circostanze della vittima.

L’applicazione di queste tabelle e della personalizzazione del danno consente di ottenere un calcolo preciso del risarcimento dovuto per il danno biologico subito dalla vittima.

È importante ricordare che il calcolo del danno da perdita parentale segue invece regole specifiche e che il risarcimento può variare in base alla situazione specifica.

Criteri per il calcolo del risarcimento dei danni non patrimoniali

Il risarcimento dei danni non patrimoniali è una delle questioni più delicate e complesse in ambito legale. La giurisprudenza italiana stabilisce che il danno non patrimoniale debba essere valutato tenendo conto della gravità dell’offesa subita e della natura del bene giuridico leso. Per saperne di più ti consigliamo anche la lettura di questo articolo sulla legge Gelli e la responsabiltià medica.

In altre parole, la quantificazione del risarcimento dipende dalla soggettività dell’evento e dalle conseguenze sul soggetto offeso.

Per calcolare il danno non patrimoniale, vengono presi in considerazione diversi fattori, tra cui:

  • Il grado di colpa del responsabile
  • L’età e le condizioni di salute del danneggiato
  • La durata del pregiudizio subito
  • L’eventuale invalidità permanente.

È importante notare che il risarcimento del danno non patrimoniale è diverso da quello patrimoniale, in quanto si riferisce a una lesione di diritti e interessi personali, non economici. Per questo motivo, il calcolo del risarcimento è basato su criteri oggettivi, ma anche su elementi di valutazione soggettivi, come il dolore morale, la sofferenza e l’angoscia.

Quando si applicano le Tabelle di Milano

Le tabelle milanesi sono uno strumento fondamentale per quantificare il risarcimento in caso di danno biologico permanente, macropermanente e non patrimoniale, ma quando vengono effettivamente applicate?

Le tabelle del Tribunale di Milano sono applicate nelle sentenze emesse dal Tribunale di Milano, ma anche da altri tribunali italiani, quando è necessario quantificare il risarcimento in caso di danno biologico permanente, macropermanente e non patrimoniale.

Inoltre sono utilizzate anche in sede di transazione extragiudiziale, ovvero quando le parti coinvolte in una controversia raggiungono un accordo senza ricorrere alla via giudiziaria.
Tuttavia, è importante sottolineare che l’applicazione delle tabelle di Milano non è obbligatoria, ma viene considerata una sorta di “prassi consolidata” nella quantificazione del risarcimento del danno biologico e non patrimoniale.

In ogni caso, l’effettiva applicazione delle tabelle dipenderà dalle specifiche circostanze del caso in esame, e spetta sempre al giudice o alle parti coinvolte nel processo valutare se utilizzarle o meno.

Quando il danno non patrimoniale può essere oggetto di personalizzazione?

Il danno non patrimoniale può essere oggetto di personalizzazione in situazioni particolari in cui il risarcimento previsto dalle tabelle di Milano risulta inadeguato a coprire adeguatamente la gravità del danno subito dalla vittima.
La personalizzazione del danno non patrimoniale, infatti, consente di tenere conto di circostanze specifiche che aggravano la situazione della vittima, come possono essere la durata dell’invalidità, la giovane età della vittima, la presenza di figli a carico o la gravità della colpa del responsabile del danno.

In questi casi, il giudice può decidere di applicare una maggiorazione rispetto alle tabelle standard di Milano, determinando un risarcimento maggiorato in modo equo e adeguato alla situazione specifica della vittima.

Esempi di calcolo del danno biologico, morale, esistenziale e tanatologico

Il calcolo del danno biologico, morale, esistenziale e tanatologico è un processo complesso che richiede una valutazione accurata delle conseguenze che un evento traumatico può avere sulla vita e sul benessere di una persona.

Di seguito sono vediamo degli esempi esplicativi:

  • Danno biologico: il danno biologico è il danno subito dal corpo di una persona a seguito di un evento traumatico, come un incidente o una malattia. Questo tipo di danno viene valutato in base alle conseguenze fisiche che l’evento ha causato, come la perdita di una parte del corpo, la limitazione delle funzioni motorie o sensoriali, l’invalidità permanente o l’aspettativa di vita ridotta.
  • Danno morale: il danno morale si riferisce all’impatto psicologico che un evento traumatico ha sulla persona colpita. Questo tipo di danno viene valutato in base alle conseguenze psicologiche dell’evento, come lo stress, l’ansia, la depressione, il trauma emotivo, la perdita di autostima o la limitazione della capacità di godere della vita.
  • Danno esistenziale: il danno esistenziale si riferisce al fatto che un evento traumatico ha cambiato la vita della persona colpita in modo irreversibile. Questo tipo di danno viene valutato in base alla perdita di opportunità e alla limitazione della capacità di realizzarsi personalmente e professionalmente, come la perdita del lavoro, l’impossibilità di svolgere attività che prima erano piacevoli, la riduzione delle relazioni sociali o la limitazione della mobilità.
  • Danno tanatologico: il danno tanatologico si riferisce al trauma causato dalla morte di una persona cara. Questo tipo di danno viene valutato in base alla relazione che la persona aveva con il defunto, alle circostanze della morte e all’impatto che la perdita ha avuto sulla vita della persona colpita, come la perdita di un partner, di un genitore, di un figlio o di un amico.

Danno da perdita parentale

Il danno da perdita parentale è un tipo di danno non patrimoniale che viene riconosciuto ai familiari della vittima in caso di morte. La perdita di un congiunto stretto, infatti, può avere un impatto emotivo e psicologico significativo e duraturo sulla vita dei familiari, che possono subire conseguenze negative a livello personale e sociale.

Per calcolare il danno da perdita parentale, il giudice tiene conto di diversi fattori, come l’età della vittima al momento del decesso, la sua aspettativa di vita, il rapporto affettivo con i familiari, la loro dipendenza economica e la loro capacità di provvedere alle proprie esigenze.

In genere, il danno da perdita parentale viene quantificato in base alla durata del lutto, ovvero il periodo di tempo che intercorre tra la morte della vittima e la definizione del giudizio. Tuttavia, ogni caso è diverso e la quantificazione del danno da perdita parentale può variare in base alle specifiche circostanze. Per questo motivo, è importante rivolgersi a chi come noi di Risarcimento Assistito è specializzato in materia di risarcimento danni da malasanità, che possa offrire una consulenza legale mirata e competente.

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